La Makros, l’azienda che realizza sistemi archivistici per la tutela del patrimonio culturale conosciuta nel mondo per il marchio Blockfire, amplia i propri spazi all’incubatore Sipro di via Saragat. Con l’insediamento in un ulteriore nuovo modulo operativo raddoppia la superficie degli uffici (la produzione delle installazioni è infatti in Veneto). Un’espansione in linea, spiega il titolare, Massimo Luise, “con un consolidamento nel mercato internazionale e con l’ampliamento in corso della pianta organica”, con una squadra eterogenea e prevalentemente femminile.
Una sottoscrizione che avviene a pochi giorni dalla notizia della nazionalizzazione di uno dei sei brevetti anche in Turchia e che secondo Di Brindisi dice molto del ruolo, oggi, degli incubatori. «Pensati e nati per sostenere lo sviluppo di start up, accolgono oggi aziende leader nel mercato nazionale e internazionale, che l’innovazione non la inseguono ma la fanno concretamente».
Un tema affrontato in Makros durante la visita in azienda dell’Amministratore Unico Sipro, di Brindisi, del Vice Presidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna, Paolo Govoni e del Presidente Fesvi, Davide Bellotti. La loro trasformazione è infatti tra i punti dell’accordo appoggiato dal Comune – come confermato nei giorni scorsi dall’assessore al Bilancio, Matteo Fornasini – e sottoscritto tra Sipro e Fesvi. «Aziende come Makros – ha spiegato Davide Bellotti – che negli incubatori progettano ma realizzano le proprie installazioni altrove, inducono a riflettere sulla necessità di investire nella manifattura specializzata puntando sulla realizzazione di veri distretti produttivi basati sulla sinergia fra imprese del territorio». In prospettiva, secondo Govoni, si potrebbe puntare a una filiera corta, «tutta ferrarese», «che possa coniugare creatività e manifattura, tecnologia e cultura». Una sorta di polo della protezione culturale, l’obiettivo condiviso.