Sistemi innovativi per ottimizzare il recupero, ora si ricicla solo il 55%.
Ferrara scelta per sperimentare e dare nuova vita agli scarti di privati e aziende.
Attualmente si ricicla circa il 55% della plastica raccolta in modo differenziato. Sull’altra metà del cielo, se così si può dire, fa leva un protocollo firmato ieri in municipio, che si ripromette di sperimentare a Ferrara sistemi innovativi per incrementare il recupero di materia degli imballaggi in polipropilene e polistirolo. «Se riusciamo a farlo per la seconda metà, allora facciamo bingo», sintetizza Giorgio Quagliuolo, presidente del Corepla, il consorzio senza scopo di lucro che rappresenta il perno del patto, facendo in pratica da intermediario tra gli enti locali e le imprese private riciclatrici e trasformatrici: «Ci occupiamo – spiega – di ciò che non riesce a fare il mercato, con un occhio rivolto soprattutto a quei materiali che incontrano difficoltà ad essere valorizzati». Una filiera della plastica capace di dare una “seconda vita” a scarti che altrimenti sarebbero avviati a discarica o all’incenerimento è proprio l’obiettivo del documento firmato, oltre che dal Corepla, da Comune e Provincia di Ferrara, dall’agenzia regionale sui rifiuti Atersir, Sipro, Hera e Università di Ferrara. «È importante, se si vogliono dare risposte coerenti e serie al tema, non solo aumentare la raccolta differenziata – commenta il sindaco Tiziano Tagliani – ma anche pensare a un futuro riutilizzo di quei beni che sia economicamente ed ecologicamente compatibile, anche alla luce di ciò che potrà succedere sul versante delle tariffe». Due anni fa la città risolse un nodo spinoso (le 10mila tonnellate di pneumatici abbandonati in zona Ca’ Rosa) in accordo con Ecopneus che poi smaltì quel materiale; ora si vuole fare qualcosa di simile per ciò che concerne la plastica, in modo più sistematico e continuativo. «Ferrara – dice l’assessore comunale all’ambiente Rossella Zadro, gran tessitrice del patto – è legata strettamente alla plastica: basta pensare al polo chimico e a Giulio Natta. È importante sottolineare che l’accordo si muove nel rispetto delle regole del mercato e della libera concorrenza», ovvero non scavalca il sistema della vendita tramite aste telematiche dei prodotti selezionati dal Corepla. I cui vertici intendono il protocollo come «un punto di partenza – sostiene Quagliulo – su cui imbastire una serie di atti concreti: siamo sicuri che qui si fa ottima ricerca, noi mettiamo tutte le nostre risorse a disposizione». Per Hera firma il direttore Roberto Barilli («A Ferrara la raccolta differenziata è già ad alti livelli quantitativi e qualitativi» dice), per l’Università il prorettore Francesco Bernardi il quale ricorda le competenza d’ateneo e dello spin-off sui polimeri già attivo, per la Provincia l’assessore all’ambiente Giorgio Bellini («nel 2013 la differenziata è arrivata al 53%, stiamo raggiungendo la media regionale»), per Atersir il vicepresidente Pier Paolo Corsari, per Sipro il presidente Gianluca Vitarelli. «Secondo la Regione – afferma il sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli – questo accordo è una stella polare che fa pienamente parte del piano della gestione dei rifiuti, in fase di adozione, e che punta al riciclaggio delle farzioni di rifiuti raccolto per almeno il 65% e all’autosufficienza regionale per il recupero e smaltimento». Fabio Terminali
Leggi l’articolo direttamente su La Nuova Ferrara