Prosegue in Emilia-Romagna il ‘taglio’ dell’Irap: la Regione stanzia ulteriori 13 milioni e lancia un nuovo bando per un abbattimento fiscale a vantaggio di 4 mila interessati in 25 comuni della montagna emiliano-romagnola e del basso ferrarese.
Il provvedimento di viale Aldo Moro riguarda imprese, commercianti, artigiani e professionisti.
Il contributo, che sarà concesso in proporzione all’importi dovuti, si configura come credito d’imposta, da utilizzarsi per il pagamento delle imposte negli anni 2020-2022.
Col bando del 2019 arrivate 6.140 richieste per oltre 22 milioni di euro. Colla: “L’Emilia-Romagna del futuro non può prescindere da uno sviluppo che ricomprenda tutto il suo territorio”.
Bologna – Prosegue l’aiuto concreto alle aziende, agli esercenti e ai titolari di attività di lavoro autonomo che operano in Appennino e nelle aree svantaggiate del ferrarese, per sostenerle e renderle più competitive in territori dove è più difficile fare impresa. La Regione stanzia ulteriori 13 milioni di euro e lancia un nuovo bando per un abbattimento fiscale a vantaggio di 4 mila potenziali soggetti in 25 Comuni.
La Giunta regionale, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato un nuovo bando con l’obiettivo di sostenere, attraverso la concessione di contributi in regime de minimis (aiuti di piccola entità) e sotto forma di credito di imposta da utilizzare per la riduzione della somma dovuta a titolo di Irap totale lorda dovuta alla Regione, con riferimento agli anni 2019, 2020 e 2021, le imprese e i lavoratori autonomi e libero professionali che svolgono la loro attività nelle aree montane e nelle aree progetto del basso ferrarese (territori meno sviluppati dell’Emilia-Romagna).
Col bando dello scorso settembre erano arrivate 6.140 richieste per oltre 22 milioni di euro: delle 4 mila domande già istruite, 1589 le concessioni effettuate per 5,6 milioni.
Con questo provvedimento- ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla- vogliamo aiutare le attività produttive e libero professionali che operano nei territori più deboli della nostra regione, in particolare nelle zone di montagna e del basso ferrarese. L’Emilia-Romagna del futuro non può prescindere da uno sviluppo che ricomprenda tutto il suo territorio. Nessuno deve rimanere indietro“.
Continua a leggere per saperne di più