Ho letto con molta attenzione, in questi giorni, il dibattito sull’impatto economico dell’emergenza sanitaria Covid-19 e le conseguenti istanze portate ai vari livelli istituzionali, anche in virtù del nuovo decreto Chiudi Italia, che di fatto costringe la metà delle aziende ferraresi a fermare la produzione. E ringrazio la Camera di Commercio, presieduta da Paolo Govoni, che col suo Osservatorio, da subito, ha prodotto proiezioni e statistiche, la cui progressiva elaborazione e integrazione, con continui report, sarà per noi tutti fondamentale. Da qui, assorbito il duro colpo, il più forte dal Dopo-guerra, è indispensabile dare avvio a una riflessione che ci consenta di non subire passivamente la situazione. Se dobbiamo fare ripartire l’economia, non possiamo aspettare che tutto finisca, che le misure restrittive dei decreti abbiano termine. Altrimenti saremo impreparati. Abbiamo l’opportunità di metterci lì, se non intorno a un tavolo, in video conferenza.
Abbiamo la possibilità di mettere le nostre professionalità, le nostre risorse umane, a studiare ‘modelli di ripresa’. Di facile e semplice non c’è nulla. Assolutamente. Ma oggi il re è nudo. Tutto è a rischio. In questa fase, credo sia indispensabile che tutti i soggetti economici dimostrino capacità di coesione. Noi, come Sipro, come agenzia dello sviluppo del territorio, ci siamo.
Qui non ci sono posizioni di rendita da difendere. Se siamo d’accordo, oltre le parole, che siamo tutti sulla stessa barca, allora con una programmazione unitaria, che tenga conto delle differenti vocazioni del territorio, potremo uscirne. Cominciando a programmare.
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